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Marquez tende la mano a Rossi ma è solo marketing?

Il motogp ha vissuto una delle sua pagine più tristi e questo per via del diverbio acceso tra Rossi, Marquez e Lorenzo. Un diverbio nel quale alla fine si è inserito anche Pedrosa trasformando tutto in uno scontro Spagna-Italia. Adesso Marquez ci ripensa e tende la mano a Rossi. 

Il Dottore aveva fatto ricorso al TAS contro una squalifica fin troppo pesante che non rendeva giustizia né alla sua stagione sportiva, né all’accaduto dove è stato evidente il ruolo di Marquez. A niente è servito il suo appello ai giudici. Quando poi si è visto in gara che forse Rossi aveva ragione, allora hanno iniziato a perdere appeal alcuni motociclisti. Lorenzo ha perso uno sponsor e Marquez non deve aspettarsi di meglio. Marc però ha teso la mano a Rossi con questa dichiarazione post gara:

“Sono state settimane difficili, dalla Malesia in poi non sono stato felice e non mi sono sentito a mio agio in questa situazione“, racconta Marc, che sottolinea il punto di non ritorno di questo Mondiale: la conferenza stampa pre-gara di Sepang: “Dopo Phillip Island, dove ho vinto togliendo cinque punti a Lorenzo, Rossi mi ha sorpreso con le sue accuse durante la conferenza stampa di presentazione in Malesia. Sono rimasto colpito più da queste che da quanto è successo poi in gara. Ha fatto credere alla gente cose che ha visto solo lui“.

“Non sono stupido. Sapevo perfettamente che la situazione sarebbe peggiorata se non fossi riuscito a vincere a Valencia. Sfortunatamente non è stato possibile perché Lorenzo è stato velocissimo. Abbiamo girato su tempi incredibili. Ero più nervoso domenica che nel 2013 quando mi sono giocato il Mondiale. Mi ero preparato per superarlo alla curva 6, ma non ci sono riuscito per l’attacco di Pedrosa che è andato largo e ci ha fatto perdere quel mezzo secondo che si è rivelato decisivo. Per chi dice che non ho mai tentato un sorpasso: è stato come quello di Indy. Anche lì sono rimasto sempre dietro a Jorge, per poi passarlo a tre giri dalla fine. Dico la verità, ero il primo a voler vincere“.

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