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Repubblica.it passa una notte con la Polstrada

Una notte con la Polstrada per capire quante storie si possono ricavare dall’esperienza della strada, dalla cameriera al giovane ubriaco, persone che lavorano e altre che si mettono imprudentemente al volante. Ecco il racconto di questo quotidiano.

Il racconto

Nella notte che “Repubblica” ha trascorso assieme agli agenti della stradale si incrociano le storie della cameriera che ha bevuto una birra di troppo sul posto di lavoro, quella del giovane romeno evidentemente ubriaco che si rifiuta di sottoporsi al test e le lamentele della signora fermata per un controllo sulla via di casa e costretta a bere acqua per far scendere il tasso etilico prima di rimettersi in auto. Poi il neopatentato. La portiera si apre e l’odore di spinello impregna per qualche secondo l’aria. Gli agenti coordinati da Cinzia Ricciardi si guardano negli occhi, quasi rassegnati di fronte all’ennesimo ragazzo disposto a mettere a rischio la propria vita e quella dei tre coetanei a bordo della sua macchina pur di concedersi un momento di trasgressione. Scatta il check con il “precursore”.

Nessun prelievo del sangue e controllo sui capelli. Con i kit donati dalla fondazione Ania per la sicurezza stradale, gli agenti della Polstrada possono avere risultati sicuri e in tempi brevissimi. E direttamente in strada. Il ragazzo infila in bocca il tampone, una sorta di grosso cotton fioc che, una volta bagnato con una buona dose di saliva, può essere affidato ai medici e ai tecnici del servizio sanitario della polizia. Inserito in uno scanner portatile, permette di stilare un profilo tossicologico completo del guidatore. Dalla cocaina alle droghe sintetiche, passando per l’eroina e le metanfetamine, il piccolo computer simile a un lettore di tessere bancomat riesce a rilevare ogni traccia di stupefacente. La prima impressione degli agenti è confermata: cannabis.

Scatta il test di conferma, ancora una volta non invasivo. Il giovanissimo automobilista, nel pieno rispetto della privacy, viene invitato all’interno di una postazione mobile della Polstrada. Un campione verrà subito inviato a Roma, al Centro di ricerche di laboratorio e tossicologia forense della direzione centrale di sanità della polizia di Stato, dove confluiscono anche tutti i kit raccolti nel resto d’Italia. Inserito in uno dei gascromatografi di massa della struttura, permetterà di controverificare la presenza di sostanze stupefacenti entro i 10 giorni dal “precursore”. Un secondo campione verrà conservato in archivio.

Il resoconto

In sei ore sono stati 210 gli automobilisti controllati: 9 sono risultati positivi all’alcoltest, tre erano neopatentati. Poi sono entrati in scena i nuovi tamponi antidroga: su quattro conducenti sottoposti al nuovo test, fortunatamente un solo guidatore positivo. Ora dovrà attendere l’esito del secondo screening: la patente è a rischio.

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