Petrucci a bordo della Ducati è stato secondo nell’ultimo motoGp ed è quasi riuscito ad impensierire Rossi che adesso invece ha consolidato con l’ultima vittoria il suo primato iridato. Marquez è fuori dai giochi mondiali, Lorenzo è stato sfortunato ma bisogna anche fare attenzione ai giovani talentuosi.
Danilo Carlo Petrucci a Silverstone è salito sul secondo gradino del podio davanti a Dovizioso e dietro a Rossi. Il padre, raggiunto dai microfoni della Gazzetta dello sport, racconta com’è nato il talento del figlio a Natale nel 1994, poco più di 20 anni fa:
Ovviamente, Babbo Natale ero io – rivela il padre – e a Danilo, che all’epoca aveva 4 anni, regalai una minimoto perché era quello che aveva chiesto nella letterina. Capii subito che era passione vera e che aveva talento, perché riusciva fare manovre complicate con due gesti.
E il figlio è riconoscente nei confronti di un genitori così:
Il mio primo Team è stato quello di ‘Babbo Natale’, è vero, ma il Babbo Natale è sempre stato mio padre, che mi ha trasmesso la passione senza però mai forzare le mie scelte. La passione era tutta mia, lui ci ha messo solo la sua esperienza per consigliarmi come muovermi nel mondo delle moto.
Poi racconta del suo debutto, con tenerezza ed ironia, così per farci affezionare già al suo personaggio!
Misano vecchia, 2004, avevo 13 anni. Girai un minuto più piano di Toseland che aveva il record Sbk: lui 1’30”9, io 2’30”9. A 13 anni non avrei potuto guidare, l’iscrizione la fece papà a suo nome. Per non farmi scoprire restai tutto il giorno sotto il sole, casco in testa, ad aspettare il mio turno. Alla prima curva non sapevo che fare, mi veniva naturale mettere giù il piede. Fu un’esperienza terribile. La moto, poi, aveva la mia età, una Yamaha Exup 1000 del ’90, le gomme quasi: le intermedie Michelin che Mick Doohan aveva buttato nel 1996 e che papà si era fatto dare per la sua moto da strada.
