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Red Bull, tanto lavoro e poca soddisfazione

La nuova macchina Red Bull è senz’altro originale, il suo design è indiscutibilmente affascinante ma la squadra sembra si stia defilando dopo che ha “perso” un pezzo importante come Vettel e dopo che Newey si è dimostrato meno partecipe. Ecco allora che il lavoro c’è e va per il meglio ma la soddisfazione è poca. 

La Red Bull non si vede più, è mimetica, proprio come la sua livrea zebrata. Le prestazioni di questa vettura sono ancora al di sotto delle aspettative. È vero che continua a rinnovarsi e lavora come al solito sotto traccia senza dare punti di riferimento agli avversari, ma non sembra esserci molta soddisfazione nel team.

Siccome siamo di fronte ad una squadra che per 4 anni ha dominato lo scenario della Formula 1 intascando 8 titoli iridati nella categoria costruttori e in quella piloti, non è facile ammettere che a Jerez è stata inesistente. La scuderia di Milton Keynes ha scelto un profilo molto basso, ha girato poco con Ricciardo e Kvyat, sono stati rivelati dei problemi all’ERS ma niente di preoccupante.

I critici sono indecisi nella considerazione delle performance di questa squadra perché è vero che nella scorsa stagione è stata l’unica scuderia a battere la Mercedes in tre gare ma è anche vero che c’è stato un taglio con il passato. Daniel Ricciardo e il suo entusiasmo tengono in piedi la baracca che con Rob Marshall nel team tecnico, ha evitato che tutti i professionisti dello sviluppo migrassero all’estero. Di positivo ci sarebbe anche la collaborazione più stretta con la Renault. E allora cosa manca?

Il disimpegno di Newey ha lasciato un vuoto che solo in parte è colmato da Marshall. E poi non ci sono più né Vettel né l’esperto aerodinamico Peter Prodromou che è passato alla McLaren. I piloti sembrano affiatati ma per avere la certezza che siano ancora di fronte alla vecchia Red Bull c’è bisogno di vedere l’exploit del giovane Kvyat.

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