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Arrivabene sa già come ripartire

La Ferrari ha attraversato la sua giornata no a Città del Messico, in pratica sulla pista dove il Cavallino, anche per Gutierrez, sperava di dare il meglio. Ma non è stato così. Il team principal però non se la sente di incolpare nessuno e trae da questa esperienza l’insegnamento giusto per ripartire. 

Maurizio Arrivabene torna un po’ sulle parole che spendeva all’inizio della stagione per la sua Ferrari, ovvero insiste sul concetto di squadra. Nel bene e nel male è vero che nonostante i risultati c’è molta compattezza negli animi di Maranello.

In questa stagione eravamo già riusciti a toccare il cielo, stavolta abbiamo toccato il fondo. Ma quella di oggi è una lezione di umiltà di cui fare tesoro e che penso servirà ad unire ancora di più la squadra e rafforzare il carattere di tutti noi. Avevo già visto ieri come questa squadra sa reagire, quando c’era stato bisogno di sostituire motore e cambio in tempi record. Oggi non dobbiamo puntare il dito contro nessuno, siamo un team, si vince e si perde insieme. Ho solo un po’ di rammarico perché il nostro passo gara era veramente buono, ma le corse sono fatte così e ci sono anche le giornate storte. Questo però non cambia i nostri obiettivi, visto che la matematica dà ancora a Seb la possibilità di scavalcare Rosberg in classifica e a Kimi di fare la stessa cosa con Bottas.

Un atteggiamento completamente diverso rispetto a quello di Kvyat che invece, pur arrivando al quarto posto e superando il compagno di squadra Ricciardo nella classifica iridata, non si accontenta e punta il dito contro la safety car entrata dopo l’incidente di Vettel.

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