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Quando l’RC è razzista, il caso degli aumenti per stranieri

Non è una novità che alcuni settori dell’Italia siano razzisti ma finora si era riflettuto ben poco sul razzismo che possono esprimere le compagnie assicurative. Invece si prende nota del fatto che l’IVASS ha bacchettato alcune compagnie perché avevano aumentato il premio assicurativo valutando la nazionalità del sottoscrittore. Ecco cosa è successo. 

Fino a questo momento abbiamo sempre detto che le assicurazioni sono più costose per le donne, per i giovani e per coloro che abitano al sud Italia ma non ci eravamo mai posti il problema degli aumenti dei premi per gli stranieri che abitano in Italia, che acquistano un’auto e desiderano assicurarla nel nostro paese.

Sembra infatti che, come ha rilevato l’IVASS ci sia una disparità di trattamento relativa alla nazionalità di nascita nella determinazione del premio RCA. Siccome la parità di trattamento tra uomini e donne è stata sancita dalla legge dopo l’entrata in vigore della sentenza della Corte di Giustizia dell’UE, le compagnie assicurative hanno comunque trovato un nuovo grimaldello discriminatorio.

L’IVASS ha visto che a parità di elementi oggettivi e soggettivi, alcune compagnie hanno applicato una maggiorazione tariffaria per i soggetti nati in alcuni paesi europei ed extraeuropei. Un prassi discriminatoria che ha penalizzato soprattutto gli stranieri che lavorano in Italia. Per questo è stata inviata una lettera dell’Authority alle compagnie colte in fallo, richiamandole al rispetto della Raccomandazione generale del 31 gennaio 2012, adottata dall’UNAR riguardo le tariffe differenziate per nazionalità delle polizze RCA. La raccomandazione dice che le compagnie devono svincolare le tariffe dalla cittadinanza dei richiedenti.

Per farlo in modo automatico è stato chiesto alle compagnie di non prendere in considerazione nei preventivatori il paese di nascita dell’assicurato ai fini della determinazione del premio.

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