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Vendite moto: anche gennaio inizia male

Il titolo sarebbe dovuto essere “naturalmente anche gennaio inizia male”, e questo perché oramai non vi è più soluzione a questa crisi, che ha visto il governo non impotente, ma partecipe di un crollo da tutti annunciato. Nonostante le tantissime richieste di inversione di rotta per l’austerità. Ed ecco dunque che senza fallo il nuovo anno per le due ruote è iniziato male e proseguirà anche peggio, nonostante gennaio sia storicamente solo il 5% del totale annuale di vendite, per lo più concentrate da primavera ad autunno. Ma è inversione di tendenza che non arriva a destare pessimismo, specie dopo i tonfi dell’anno appena trascorso. I dati sono dall’Associazione nazionale ciclo motociclo accessori (Ancma), e sono disastrosi. Le vendite degli scooter crollano di un altro 26,6%, le moto del 20,3% e i cinquantini sprofondano del 30%. Tutti i dati rispetto allo stesso mese del 2012, ed era già difficile fare peggio.


Tra gli scooter i 250cc segnano un-46,5%, e i maxi superiori ai 500cc un -44%. Per le moto le 600cc un -50,4%, e solo le cilindrate tra i 300cc e i 500cc segnano un +5,4%.
E portavoce del disagio è sempre il presidente di Confindustria Ancma, Corrado Cappelli, lapidario nelle sue dichiarazioni: “Non si vede il fondo del periodo recessivo e il mercato dei mezzi di trasporto è sceso più del reddito disponibile.”
Una situazione drammatica, in cui la luce in fondo al tunnel invece di avvicinarsi si allontana. Basta guardare i dati sull’occupazione, in particolare quella giovanile. Il credito non viene più erogato dalle banche e le assicurazioni sono sempre più costose. Il mercato è strangolato dalla stretta monetaria e anche intervenendo oggi ci vorrebbero mesi se non anni prima che la situazione torni a livelli di floridezza specie nel centro sud. Nessuna azione di governo fa presagire un’inversione di tendenza. Si spera nelle prossime elezioni, affinché il prossimo governo metta mano alla situazione.

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Senza quest’impegno da parte del governo i costruttori possono solo continuare a puntare su sicurezza e compatibilità ambientale, innovazione tecnologica e design accattivanti, ma questo impegno non potrà durare a lungo senza vendite e senza che il governo investa in infrastrutture e nell’abbattimento dei costi fiscali.

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